Descrizione
Ha lasciato un ricordo indelebile in tutti coloro che lo hanno
conosciuto e sono rimasti colpiti dal carisma di un uomo che è stato prima un modello di soldato e poi uno straordinario servitore di Dio.
Gianfranco Maria Chiti ha vissuto una vita fuori dal comune.
Combattente nella seconda guerra mondiale sul fronte greco-croato e russo, guidò una Compagnia di Granatieri di Sardegna nella drammatica campagna di Russia da cui tornò con una ferita al piede, un congelamento alle gambe ed una medaglia al Valor Militare. Dopo la militanza nella Repubblica Sociale e l’internamento nel campo di concentramento di Coltano intraprese una brillante camera con le stellette che lo portò
al grado di Generale di Brigata. Nel 1978, rispondendo ad una vocazione che da sempre alimentava il suo cuore, decise di vestire l’abito religioso come novizio dei Cappuccini a San Mauro di Rieti dove venne ordinato sacerdote quattro anni dopo. Inviato ad Orvieto come custode del convento di San Crispino, ridotto a un cumulo di macerie, padre Chiti trasformò quel luogo in un’oasi spirituale in cui, fino all’ultimo, accolse, consigliò, consolò ed ispirò con la fede e la sua foltissima personalità centinaia di persone.
Secondo il vescovo di Orvieto e Todi, Giovanni Scanavino: “Al momento della sua morte ha cominciato a serpeggiare la convinzione che fosse anche un sant’uomo. Allora è doveroso raccogliere tutte le possibili testimonianze per dimostrare che il Signore ha portato a compimento in lui la sua opera di santità , e che è possibile vivere da figli di Dio in ogni fase della propria vocazione e missione: da soldato, in pace e in guerra, da maestro di tanti allievi, da generale dei granatieri nelle missioni più
difficili, da frate francescano e da sacerdote del Dio Altissimo”
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